sabato 20 febbraio 2016

CASTELLO INTERIORE di S.Teresa d'Avila -Le seste mansioni (prima parte)

6. Seste Mansioni - Fidanzamento Spirituale (PARTE 1)

INTRODUZIONE:
Le Seste e le Settime dimore occupano più di metà dell'Opera scritta da Santa Teresa e sono interamente dominate dal "simbolismo sponsale", considerato sia nella sua fase preparatoria (il "fidanzamento spirituale"), che nella sua fase conclusiva, quella del "matrimonio spirituale".

Nelle Seste dimore lo Sposo divino "adatta" a sé l'anima, purificandola radicalmente e illuminandola di verità. Nel "fidanzamento spirituale" Dio e l'anima si scelgono reciprocamente in maniera definitiva, quindi deve essere bruciato e purificato tutto ciò che potrebbe inquinare la totalità e la purezza di questo amore. Infatti le Seste dimore si aprono paradossalmente con un periodo di sofferenze indicibili che mirano a togliere all'anima ogni altra certezza, ogni altro amore, ogni altra speranza che non sia "Dio solo". In questa condizione Dio sta operando per far sì che l'anima, destinata a diventare sua sposa, si liberi da ogni altro legame e da ogni impurità.

Quando avviene il "fidanzamento", dunque, la carne è debole, ma lo spirito va rafforzandosi sempre di più…….. Quanta forza sa donare l'Amore nascostamente!



TESTO:
Con l'aiuto dello Spirito Santo, veniamo ora a parlare delle seste mansioni, nelle quali l'anima, già ferita dall''amore dello Sposo, cerca con maggior cura di starsene in solitudine, sfuggendo, per quanto il suo stato glielo permette, tutto ciò che la potrebbe distrarre. L'anima, dunque, è fermamente decisa di non prendere altro sposo. Ma lo sposo, invece di guardare all'ardore con cui ella desidera che si celebri il fidanzamento, vuole che i suoi desideri si rendano più intensi, e che quel bene, superiore a ogni bene, le costi almeno qualche cosa.
Credo utile descrivervi alcune pene che qui si soffrono, e che io conosco assai bene. Certo che non tutte le anime sono condotte per questa strada. Tuttavia, quelle che Dio favorisce di tali cose di cielo, sia pure ad intervalli, è mio parere che, in un modo o in un altro, debbano andar soggette alle sofferenze della terra: mormorazioni, infermità molto gravi, pene interiori… Prima di darsi a lei totalmente, lo Sposo la fa sospirare a lungo, usando certi mezzi molto delicati che la stessa anima non comprende, e che io non penso di saper spiegare se non per farmi intendere da chi già ne ha l'esperienza.

Si tratta di certi impulsi che procedono dal profondo dell'anima, così delicati e sottili da non aver paragoni neppure per darne un'idea. Spesso, quando meno si pensa e neppure si è occupati di Dio, Sua Maestà scuote l'anima come per un colpo di tuono o a guisa di cometa che passi rapidamente. Non si sente alcun rumore, ma l'anima intende che Dio l' ha chiamata, e lo intende così bene che alle volte, specialmente sul principio, trema ed esce in lamenti, benché nulla le dolga. Sente di essere stata ferita,…
ma non sa da chi, né in che modo. Però riconosce che è una ferita preziosa e non vorrebbe guarirne. Pare che lo Sposo, dalla settima mansione ove risiede, faccia sentire la sua voce senza dire parola.
Talvolta, ad esempio, mentre si prega vocalmente, senza alcun pensiero di cose interiori, par di sentire, tutto a un tratto, una certa soave infiammazione, simile a un profumo molto delizioso che ci investa d'improvviso, diffondendosi per tutti í sensi.
Se adopero questo paragone, è per far intendere che lo Sposo è presente e che muove l'anima a un dolcissimo desiderio di goderlo, per cui essa rimane disposta a grandi atti e a impiegarsi tutta nel lodarlo. Bisogna ricevere questo favore rendendo grazie!
Ecco un altro modo con cui Dio suole eccitare le anime. Sembra una grazia superiore alle precedenti; ma siccome può andar soggetta a maggiori pericoli, ne voglio parlare un po' più a lungo. Si tratta di certe parole che Egli dice all'anima e che possono essere di diverso genere. Alcune sembra che vengano dal di fuori, altre dall'intimo più segreto dell'anima, altre dalla sua parte superiore, ed altre dall'esterno, in modo da udirle con le orecchie del corpo e da sembrare che siano dette con voce articolata. Per giudicare se tali parole vengano da Dio, i segni più sicuri sono i seguenti. Il primo e più rassicurante è la sovrana potenza che quelle parole hanno in sé. Il secondo segno è che l'anima rimane in una grande quiete, e in una disposizione che la porta a lodare Iddio. Il terzo segno è che queste parole non escono di mente neppure dopo moltissimo tempo. Alcune poi non si dimenticano mai.

Iddio parla anche in un altro modo, per via di visione intellettuale. Il fatto si svolge nel più intimo dell'anima: con l'udito dell'anima s'intende il Signore che pronuncia delle parole, ma in un modo così chiaro e segreto da non dovervi temere alcuna ingerenza diabolica, sia per la maniera con cui s'intende, come per gli effetti che ne vengono e che ci permettono di crederlo. Se non altro si ha la sicurezza che ciò non viene dall'immaginazione, e questo per per le ragioni seguenti:

- Anzitutto, per la differenza che vi è in fatto di chiarezza, tanto che dalle parole di Dio non si può togliere una sillaba senza che ce n'accorgiamo, ricordandoci perfino se ci furono dette in questa o in quella maniera, mentre le parole dell'immaginazione non sono né chiare, né distinte, ma come mezzo sognate.
- Poi, perché spesso non vi si pensa neppure: vengono all'improvviso, anche in mezzo a una conversazione.
- Inoltre, nelle locuzioni di Dio l'anima è come una persona che ode, mentre in quelle dell'immaginazione è come una che compone a poco a poco quel che desidera di udire.
- Le parole, poi, sono molto differenti: con una sola di Dio si comprendono più cose che non sappia comporne l'intelletto in così breve spazio di tempo.
- Infine, spesso, mentre si percepiscono, si comprende assai di più di quello che esse significano, benché senza suoni e in un modo che io non so spiegare.

Intorno a questi modi di intendere, alcune persone hanno avuto dei dubbi, con il timore che si tratti di fantasie. Ma l'anima consideri attentamente se, dopo, si ritenga migliore: infatti quando vengono da Lui, più il favore è grande e più l'anima si umilia, più ricorda i suoi peccati, più dimentica i suoi interessi, più si applica con memoria e volontà a procurare l'onore di Dio. Se i doni e i favori dell'orazione producono questi effetti, l'anima deponga ogni dubbio e confidi nella misericordia di Dio che è fedele, e non permetterà mai al demonio d'ingannarla.

Tuttavia, è bene andar sempre con timore.



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