venerdì 17 aprile 2015

IL CASTELLO INTERIORE:TERZE MANSIONI (Testo degli amici di Bologna)

3. Terze Mansioni - Maturazione e Purificazione

INTRODUZIONE:

Lottando e perseverando nelle Seconde Dimore, l'anima si è rafforzata nella decisione di non uscire più dal suo "Castello interiore", cioè di non interrompere mai più il rapporto d'amore che la lega al suo Dio. Ha imparato così a "vivere in preghiera" e a disseminare la sua vita di "atti di preghiera". Le Terze Dimore rappresentano dunque, per moltissimi buoni cristiani, il luogo in cui abiteranno quasi tutta la vita, o nel quale trascorreranno lunghi anni.

Santa Teresa non teme di chiamare "eletti di Dio" coloro che abitano in queste Dimore, e tali sono, soprattutto se cercano di corrispondere generosamente all'amore, se si rafforzano nell'umiltà, se sono pronti all'obbedienza e al compimento della volontà di Dio, se cercano di controllare le loro inclinazioni disordinate, se approfittano volentieri di buoni esempi che vedono attorno a sé.

Insomma, coloro che abitano nelle Terze Dimore non sono certo perfetti, ma sono già "eletti" se si rendono conto umilmente dei propri difetti e non cercano di compensarsi traendo uno sciocco vanto dalle proprie virtù. "L'umiltà – avverte Teresa – è l'unguento di ogni ferita…".



TESTO:
 A coloro che per misericordia di Dio hanno superato tutti questi combattimenti, e con la loro perseveranza sono entrati nelle terze mansioni, che cosa diremo se non: Beato l'uomo che teme il Signore? Non è piccola la grazia che il Signore ha fatto loro nell'aiutarle a vincere le prime difficoltà. Esse, per misericordia di Dio - desiderano ardentemente di non offendere il Signore, si guardano anche dai peccati veniali, amano la penitenza, hanno le loro ore di raccoglimento, impiegano bene il tempo, si esercitano in opere di carità verso il prossimo, sono molto regolate nel parlare e nel vestire, e quelle che hanno famiglia la tengono assai bene. Ho conosciuto molte anime che, avendo raggiunto questo stato, vivevano da molti anni in grande rettitudine e regolarità di vita, sia interna che esterna.


Ciò nonostante, quando pareva che già dominassero tutto il mondo, o per lo meno che ne fossero pienamente disingannate, bastava che Sua Maestà le mettesse alla prova, e in cose non gravi, che subito cadevano in tanta inquietudine e turbamento di spirito che io ne rimanevo attonita e molto turbata. Dar consigli è inutile. Col pretesto che da tanto tempo fan professione di virtù, si credono in grado di insegnare agli altri, e pensano di aver tutte le ragioni per essere sensibili a quelle prove.

Eppure Iddio giusto e misericordioso, i cui doni sono sempre superiori ai nostri meriti, non lascia senza ricompensa neppure coloro che dimorano in queste terze mansioni, e dà loro gioie così grandi che superano di molto tutti i piaceri della terra. Ma credo che non li favorisca di troppi gusti spirituali, se non qualche volta e a ragione d'invito, allo scopo di far loro vedere quello che si gode nelle altre mansioni, affinché si dispongano ad entrarvi. 

Le anime che, per bontà di Dio, sono giunte a questo stato approfitteranno molto, secondo me, se cercheranno di esercitarsi attentamente nella prontezza dell'obbedienza.
Pur non trattandosi di persone religiose, sarebbe assai utile avere una guida da cui dipendere per rinnegare in tutto la propria volontà, causa ordinaria di ogni nostra rovina: perciò, non una guida che abbia le stesse nostre vedute e agisca con troppi riguardi, ma che sia staccata da tutto, non essendovi nulla che più ci aiuti a ben conoscerci quanto il trattare con persone che apprezzino il mondo per quello che vale.

Oltre a ciò, vi sono cose che sembrano impossibili; ma se vediamo che altri le fanno facilmente, ne prendiamo coraggio, come gli uccelli che quando imparano a volare imitano a poco a poco i loro genitori, senza far subito grandi voli.
Sebbene tali persone siano fermamente decise di non offendere Dio, è sempre bene che si allontanino da ogni occasione perché le loro forze non sono ancora fondate sulla roccia.



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