domenica 18 gennaio 2015

SENTIRSI FIGLI -dal libro "La strada"di Cormac McCarthy-Trailer del film THE ROAD



Sentirsi figli per portare il fuoco

the-road_328Ecco un brano suggestivo da “La strada” di Cormac McCarthy. In questo libro un padre e un figlio senza nome fanno un lungo viaggio in un mondo post-apocalittico, invaso dalla desolazione e da pochi sopravvissuti che hanno ceduto alla parte mostruosa e violenta di sé. Padre e figlio, con il loro amore e il loro coraggio tentano di sopravvivere a tutto questo, senza perdere la luce più profonda della dignità e della bontà. Nelle raccomandazioni del padre morente si manifesta un legame profondissimo che oltrepassa la morte e che, rivisto in chiave cristiana, costituisce il fondamento di ogni speranza.

***
Al bambino sembrò di sentire un odore di cenere bagnata nel vento. Si incamminò lungo la strada e tornò trascinandosi dietro una tavola di compensato trovata in mezzo ai rifiuti, conficcò dei paletti nel terreno con un sasso e con la tavola costruì un riparo traballante, ma alla fine non piovve. Lasciò lì la pistola lanciarazzi e prese la rivoltella e batté la campagna in cerca di qualcosa da mangiare ma tornò senza niente. 
L’uomo gli prese la mano ansimando. Devi andare avanti, disse. Io non ce la faccio a venire con te. Ma tu devi continuare. Chissà cosa incontrerai lungo la strada. Siamo sempre stati fortunati. Vedrai che lo sarai ancora. Adesso vai. Non ti preoccupare.
Non posso.
Non ti preoccupare. Questo momento doveva arrivare da tempo. E adesso è arrivato. 

Continua ad andare verso sud. Fa’ tutto come lo facevamo insieme.
Fra poco ti passa, papà. Ti deve passare.
No, non passerà. Tieni sempre la pistola con te. Devi trovare gli altri buoni, ma non puoi permetterti di correre rischi. Niente rischi. Capito?
Voglio restare con te.
Non puoi.
Ti prego.
Non puoi. Devi portare il fuoco.
Non so come si fa
Sì che lo sai.
È vero? Il fuoco intendo.
Sì che è vero
E dove sta? Io non lo so dove sta.
Sì che lo sai. È dentro di te. Da sempre. Io lo vedo.
Portami con te. Ti prego.
Non posso.
Ti prego, papà.
Non ce la faccio. Non ce la faccio a tenere fra le braccia mio figlio morto. Credevo che ne sarei stato capace, e invece no.
Hai detto che non mi avresti mai lasciato.
Lo so. Mi dispiace. Hai tutto il mio cuore. Da sempre. Tu sei il migliore tra i buoni. Lo sei sempre stato. Quando non ci sarò più potrai comunque parlarmi. Potrai parlare con me e io ti risponderò. Vedrai.
E riuscirò a sentirti?
Sì. Mi sentirai. Fa’ come se ci parlassimo con la mente. E allora vedrai che mi senti. Ci vorrà un po’ di allenamento. Ma non ti arrendere. Ok?
Ok.
Ok.
Ho tanta paura, papà.
Lo so. Ma vedrai che andrà tutto bene. Sarai fortunato. Lo so che lo sarai. Adesso è meglio che smetto di parlare, altrimenti ricomincio a tossire.
Va bene, papà. Non c’è bisogno che parli. Non ti preoccupare.

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