venerdì 27 giugno 2014

MERIAM E' TORNATA ANCORA LIBERA ! E' ALL'AMBASCIATA AMERICANA....


E' IMPORTANTE LA MATITA CON CUI SCRIVI LA STORIA ! Paulo Coelho, Sono come il fiume che scorre

  • Il bambino guardava la nonna scrivere una lettera. A un certo punto, le domandò:
    "Stai scrivendo una storia che è capitata a noi? E che magari parla di me."
    La nonna interruppe la scrittura, sorrise e disse al nipote:
    "È vero, sto scrivendo qualcosa di te. Tuttavia, più importante delle parole, è la matita con la quale scrivo. Vorrei che la usassi tu, quando sarai cresciuto."
    Incuriosito, il bimbo guardò la matita, senza trovarvi alcunché di speciale.
    "Ma è uguale a tutte le altre matite che ho visto nella mia vita!"
    "Dipende tutto dal modo in cui guardi le cose. 
  • Questa matita possiede cinque qualità: se riuscirai a trasporle nell'esistenza, sarai sempre una persona in pace con il mondo.
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  • "Prima qualità: puoi fare grandi cose, ma non devi mai dimenticare che esiste una Mano che guida i tuoi passi. 'Dio': ecco come chiamiamo questa mano! Egli deve condurti sempre verso la Sua volontà.

  • "Seconda qualità: di tanto in tanto, devo interrompere la scrittura ed usare il temperino. È un'operazione che provoca una certa sofferenza alla matita ma, alla fine, essa risulta più appuntita. Ecco perché devi imparare a sopportare alcuni dolori: ti faranno diventare un uomo migliore.
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  • "Terza qualità: il tratto della matita ci permette di usare una gomma per cancellare ciò che è sbagliato. Correggere un'azione o un comportamento non è necessariamente qualcosa di negativo: anzi, è importante per riuscire a mantenere la retta via della giustizia.
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  • "Quarta qualità: ciò che è realmente importante nella matita non è il legno o la sua forma esteriore, bensì la grafite della mina racchiusa in essa. Dunque presta sempre attenzione a quello che accade dentro di te.

  • "Quinta qualità: essa lascia sempre un segno. Allo stesso modo, tutto ciò che farai nella vita lascerà una traccia: di conseguenza, impegnati per avere piena coscienza di ogni tua azione." 

  • Apprezza ciò che sei perché tu sei amore, quell'amore che cerchi in ogni cosa e in ogni dove. 
  • Accogli ciò che tu sei perché tu sei ciò che cerchi di essere, ciò che tu vuoi essere. 
  • Accetta te stesso, perché tu sei ciò che hai tanto bisogno di essere. 
  • Sorridi all'amore perché tu sei quell'amore che cerchi in ogni luogo.
[Paulo Coelho, Sono come il fiume che scorre. Pensieri e riflessioni 1998-2005, traduzione di Rita Desti, Bompiani, Milano 2006.]

giovedì 26 giugno 2014

MATER AMABILIS CANTATA DAL MEC IN PIAZZA PER PAPA FRANCESCO

 
EUGENIO INTONA...PADRE AGOSTINO E GLI ALTRI RISPONDONO..........

Mater Amabilis (demo) di Padre Gianni Bracchi



IN RINGRAZIAMENTO DELLA GIORNATA DI IERI COL PAPA

PAPA FRANCESCO UDIENZA GENERALE Mercoledì, 25 giugno 2014...vedi le parole di Saluto al MEC

PAPA FRANCESCO
UDIENZA GENERALE
Piazza San Pietro
Mercoledì, 25 giugno 2014

La Chiesa: 2. L'appartenenza al popolo di Dio
Cari fratelli e sorelle, buongiorno.
Oggi c’è un altro gruppo di pellegrini collegati con noi nell’Aula Paolo VI, sono i pellegrini ammalati. Perché con questo tempo, fra il caldo e la possibilità di pioggia, era più prudente che loro rimanessero là. Ma loro sono collegati con noi tramite il maxischermo. E così siamo uniti nella stessa udienza. E tutti noi oggi pregheremo specialmente per loro, per le loro malattie. Grazie.
Nella prima catechesi sulla Chiesa, mercoledì scorso, siamo partiti dall’iniziativa di Dio che vuole formare un popolo che porti la sua benedizione a tutti i popoli della terra. Incomincia con Abramo e poi, con tanta pazienza - e Dio ne ha, ne ha tanta! -, prepara questo popolo nell’Antica Alleanza finché, in Gesù Cristo, lo costituisce come segno e strumento dell’unione degli uomini con Dio e tra di loro (cfr Conc. Ecum. Vat. II, Cost. Lumen gentium, 1). Oggi vogliamo soffermarci sull’importanza, per il cristiano, di appartenere a questo popolo. Parleremo sulla appartenenza alla Chiesa.
1. Non siamo isolati e non siamo cristiani a titolo individuale, ognuno per conto proprio, no, la nostra identità cristiana è appartenenza!Siamo cristiani perché apparteniamo alla Chiesa. È come un cognome: se il nome è “sono cristiano”, il cognome è “appartengo alla Chiesa”. È molto bello notare come questa appartenenza venga espressa anche nel nome che Dio attribuisce a sé stesso. Rispondendo a Mosè, nell’episodio stupendo del “roveto ardente” (cfr Es 3,15), si definisce infatti come il Dio dei padri.Non dice: Io sono l’Onnipotente…, no: Io sono il Dio di Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe. In questo modo Egli si manifesta come il Dio che ha stretto un’alleanza con i nostri padri e rimane sempre fedele al suo patto, e ci chiama ad entrare in questa relazione che ci precede.Questa relazione di Dio con il suo popolo ci precede tutti, viene da quel tempo.
2. In questo senso, il pensiero va in primo luogo, con gratitudine, a coloro che ci hanno preceduto e che ci hanno accolto nella Chiesa. Nessuno diventa cristiano da sé! E’ chiaro questo? Nessuno diventa cristiano da sé. Non si fanno cristiani in laboratorio. Il cristiano è parte di un popolo che viene da lontano. Il cristiano appartiene a un popolo che si chiama Chiesa e questa Chiesa lo fa cristiano, nel giorno del Battesimo, e poi nel percorso della catechesi, e così via. Ma nessuno, nessuno diventa cristiano da sé. Se noi crediamo, se sappiamo pregare, se conosciamo il Signore e possiamo ascoltare la sua Parola, se lo sentiamo vicino e lo riconosciamo nei fratelli, è perché altri, prima di noi, hanno vissuto la fede e poi ce l’hanno trasmessa. La fede l’abbiamo ricevuta dai nostri padri, dai nostri antenati, e loro ce l’hanno insegnata. Se ci pensiamo bene, chissà quanti volti cari ci passano davanti agli occhi, in questo momento: può essere il volto dei nostri genitori che hanno chiesto per noi il Battesimo; quello dei nostri nonni o di qualche familiare che ci ha insegnato a fare il segno della croce e a recitare le prime preghiere. Io ricordo sempre il volto della suora che mi ha insegnato il catechismo, sempre mi viene in mente – lei è in Cielo di sicuro, perché è una santa donna - ma io la ricordo sempre e rendo grazie a Dio per questa suora. Oppure il volto del parroco, di un altro prete, o di una suora, di un catechista, che ci ha trasmesso il contenuto della fede e ci ha fatto crescere come cristiani… Ecco, questa è la Chiesa: una grande famiglia, nella quale si viene accolti e si impara a vivere da credenti e da discepoli del Signore Gesù.
3. Questo cammino lo possiamo vivere non soltanto grazie ad altre persone, ma insieme ad altre persone. Nella Chiesa non esiste il “fai da te”, non esistono “battitori liberi”. Quante volte Papa Benedetto ha descritto la Chiesa come un “noi” ecclesiale! Talvolta capita di sentire qualcuno dire: “Io credo in Dio, credo in Gesù, ma la Chiesa non m’interessa…”. Quante volte abbiamo sentito questo? E questo non va. C’è chi ritiene di poter avere un rapporto personale, diretto, immediato con Gesù Cristo al di fuori della comunione e della mediazione della Chiesa. Sono tentazioni pericolose e dannose. Sono, come diceva il grande Paolo VI, dicotomie assurde. È vero che camminare insieme è impegnativo, e a volte può risultare faticoso: può succedere che qualche fratello o qualche sorella ci faccia problema, o ci dia scandalo… Ma il Signore ha affidato il suo messaggio di salvezza a delle persone umane, a tutti noi, a dei testimoni; ed è nei nostri fratelli e nelle nostre sorelle, con i loro doni e i loro limiti, che ci viene incontro e si fa riconoscere. E questo significa appartenere alla Chiesa. Ricordatevi bene: essere cristiano significa appartenenza alla Chiesa. Il nome è “cristiano”, il cognome è “appartenenza alla Chiesa”.
Cari amici, chiediamo al Signore, per intercessione della Vergine Maria, Madre della Chiesa, la grazia di non cadere mai nella tentazione di pensare di poter fare a meno degli altri, di poter fare a meno della Chiesa, di poterci salvare da soli, di essere cristiani di laboratorio. Al contrario, non si può amare Dio senza amare i fratelli, non si può amare Dio fuori della Chiesa; non si può essere in comunione con Dio senza esserlo nella Chiesa, e non possiamo essere buoni cristiani se non insieme a tutti coloro che cercano di seguire il Signore Gesù, come un unico popolo, un unico corpo, e questo è la Chiesa. Grazie.

Saluti:

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana: parrocchie, associazioni e gruppi vari. In particolare, saluto le Suore Missionarie del Catechismo, che celebrano il 75° anniversario di fondazione; i sacerdoti di Chieti-Vasto e dell’Aquila, che ricordano 60 anni di sacerdozio, i seminaristi di Catania e Caltagirone: a ciascuno auguro di diffondere con entusiasmo la gioia del Vangelo.  
Saluto gli esponenti del Movimento ecclesiale carmelitano, esortandoli a testimoniare dappertutto che la fede cristiana risponde pienamente alle speranze e alle attese profonde dell’uomo. Saluto i fedeli delle parrocchie della Trasfigurazione e di Sant’Agostino in Altamura, di San Benedetto in Caserta e di Santa Maria Maggiore in Mazzarino: incoraggio tutti a sentire sempre più la comunità cristiana come luogo privilegiato di evangelizzazione, di formazione spirituale e di educazione alla carità. Saluto i rappresentanti dell’Osservatorio Diplomatico Internazionale, di Capurso, e il gruppo sportivo “Vita per la vita”, che invito a perseverare nei rispettivi impegni, diffondendo ovunque serenità e solidarietà.
Saluto infine i giovani, i malati e gli sposi novelli. È ancora viva l’eco della solennità del Corpo e del Sangue di Cristo, che abbiamo recentemente celebrato. Cari giovani, trovate sempre nell’Eucaristia il nutrimento della vostra vita spirituale. Voi, cari malati - specialmente voi che siete collegati con noi dall’Aula Paolo VI - offrite la vostra sofferenza e la vostra preghiera al Signore, perché continui ad estendere il suo amore nel cuore degli uomini. E voi, cari sposi novelli, accostatevi all’Eucaristia con fede rinnovata, perché nutriti di Cristo siate famiglie animate da concreta testimonianza cristiana.
 

FOTOGRAFIE FATTE IERI IN PIAZZA S.PIETRO


Papa Francesco saluta e parla al Movimento Ecclesiale Carmelitano ieri durante l'Udienza Generale

EMOZIONANTE SENTIRSI CHIAMATI !

Intervista a noi del MEC ieri in San Pietro


venerdì 20 giugno 2014

A ROMA DAL PAPA COL MOVIMENTO ECCLESIALE CARMELITANO

SIAMO FIGLI
DELLA CHIESA
UDIENZA GENERALE CON PAPA FRANCESCO
24-25 GIUGNO 2014


24 Giugno
BASILICA DI
S.MARIA
DEGLI ANGELI E
DEI MARTIRI
VIA CERNAIA 9 - PIAZZA DELLA REPUBBLICA
ORE 16.30:
MEDITAZIONE DI P. ANTONIO
M. SICARI: “CON IL PAPA
SIAMO FIGLI DELLA CHIESA”

INTERMEZZO: BREVE
PRESENTAZIONE DEL
VALORE ARTISTICO
DELLA BASILICA

ORE 18.00: S. MESSA

25 Giugno
PIAZZA
SAN PIETRO
ORE 7.30/8.00:
INGRESSO IN PIAZZA
ORE 10.30:
UDIENZA GENERALE
CON PAPA FRANCESCO


S.MARIA
IN TRASPONTINA
BORGO SANT’ANGELO 15
C/O VIA DELLA CONCILIAZIONE
ORE 12.00: S.MESSA

24 GIUGNO 25 GIUGNO
“NADA TE TURBE, NADA TE ESPANTE, SÓLO DIOS BASTA”


Papa Francesco e La Comunione tra i cristiani


giovedì 5 giugno 2014

Don Divo Barsotti: Offendiamo Dio quando non chiediamo i miracoli!

Divo Barsotti: «Offendiamo Dio quando non chiediamo i miracoli. Non li chiediamo perché non ci crediamo»Mi veniva fatto di pensare stamani che noi offendiamo Dio quando non chiediamo i miracoli! Noi non ci crediamo! Per questo non chiediamo. Parlo schiettamente. Guardate i santi: insistevano. Pensate a quello che diceva san Filippo Neri: «Noi dobbiamo costringere Dio a venire a compiere questo miracolo». Aveva una forza che non si lasciava vincere dal fatto del silenzio di Dio, dal fatto che sembrava che Dio non ascoltasse la preghiera; insistevano fintanto che Dio non doveva piegarsi alla volontà dell’uomo. No, non è che Dio si pieghi alla volontà dell’uomo, ma Dio risponde alla preghiera dell’uomo. Noi manchiamo contro il Signore quando non chiediamo i miracoli. [...] Dobbiamo chiedere a Dio e non dobbiamo vergognarci di chiedergli tanto. [...] Facciamo poche storie: non crediamo, non crediamo. Bene, non devo turbarmi, perché se anche avessi ammazzato, perché se anche avessi commesso un adulterio [...] se veramente io fossi il peggiore dei peccatori, posso io pensare che il mio peccato sia un limite alla Onnipotenza e alla Misericordia Divina? Perché si stanca la pazienza di Dio? Perché non gli si chiede quello che noi possiamo desiderare. Se tu chiedi meno della creazione, tu vai all’Inferno, perché non chiedi quello che Lui ti dona. Lui ti dona Se Stesso. I santi chiedevano e chiedevano, fintanto che non avevano ottenuto. 
di don Divo Barsotti

Dal Dvd Non stanchiamo la pazienza di Dio (casa editrice Vocepiù), citato in Tornati dall’Aldilà, di Antonio Socci (Rizzoli)



Uccisi nel mondo 5.479 cristiani in 17 mesi

Dal primo novembre 2012 al 31 marzo 2014 sono stati uccisi almeno 5,479 cristiani nel mondo. Una media di 322 al mese e le stime sono al ribasso. Open Doors ha pubblicato un nuovo rapporto sulla persecuzione dei cristiani nel mondo, prendendo in esame un periodo di 17 mesi ed escludendo dal novero paesi quasi inaccessibili dove le persecuzioni sono difficili da quantificare come Corea del Nord, Eritrea, Iran e Cina.
NIGERIA SU TUTTI. L’associazione stila due “classifiche”: la prima considera i paesi dove i cristiani hanno subito più attacchi – siano essi a chiese, negozi o abitazioni -, la seconda riguarda i paesi dove sono stati uccisi più cristiani, anche per ragioni non religiose come le guerre. In entrambe primeggia la Nigeria, sconvolta nel periodo preso in esame da centinaia di attentati da parte dei terroristi islamici di Boko Haram.
PakistanDALLA SIRIA AL MESSICO. Nella prima classifica la Nigeria è seguita da Siria, Egitto, Centrafrica, Messico, Pakistan, Colombia, India, Kenya e Iraq. Oltre ai paesi dove si fa più sentire l’intolleranza e gli scontri interreligiosi (Egitto, Pakistan), ci sono dunque anche paesi che stanno vivendo sanguinose guerre civili (Centrafrica, Siria, Iraq).
CHIESE E CASE DISTRUTTE. Il paese dove sono morti più cristiani, a prescindere dalla natura delle uccisioni, è sempre la Nigeria con 2.043 morti. Seguono con 1.479 la Siria, dove le milizie jihadiste prendono spesso di mira i cristiani, il Pakistan con 228 e l’Egitto con 147. Infine, entrano nella lista anche Centrafrica, Kenya, Iraq, Sudan, Myanmar e Venezuela. In totale si sono verificati circa 13.120 atti di violenza e tra chiese, negozi e abitazioni sono stati rasi al suolo 3.641 edifici appartenenti ai cristiani.

PAPA FRANCESCO :Se tu vuoi entrare nella Chiesa, che sia per amore

Bellissima omelia oggi di Papa Francesco

 La Chiesa “non è rigida”, la Chiesa “è libera”. E’ quanto sottolineato da Papa Francesco alla Messa mattutina a Casa Santa Marta. Nel sua omelia, il Pontefice ha messo in guardia da tre gruppi di persone che pretendono di chiamarsi cristiani: gli “uniformisti”, gli “alternativisti” e i “vantaggisti”. Per costoro, ha osservato, “la Chiesa non è casa loro”, la prendono “in affitto”

 il discorso cliccando sotto:

 http://www.news.va/it/news/il-papa-no-ai-cristiani-uniformisti-alternativisti