venerdì 25 aprile 2014

Intervista alla “miracolata” di Giovanni Paolo II, Floribeth Mora Diaz

"Ho sentito la voce di Giovanni Paolo II che mi diceva: Alzati, non aver paura!"

Intervista a Floribeth Mora Diaz, la donna del Costa Rica guarita
per intercessione di Wojtyla da un aneurisma cerebrale che l'avrebbe
portata alla morte in meno di un mese

È giunta a Roma Floribeth Mora Diaz, la 51enne donna del
Costa Rica guarita inspiegabilmente da un aneurisma cerebrale per
intercessione di Giovanni Paolo II. È grazie al suo miracolo che
domenica il Papa polacco verrà elevato agli onori degli altari. E
Floribeth è venuta di persona dall’altra parte del mondo per dire ancora
grazie a Wojtyla per averla salvata. Incontrata da ZENIT, la donna ha
raccontato molti particolari della sua vita, da quando i medici le
dissero che a causa della sua malattia non c’era più nulla da fare fino
alla sorpresa degli stessi dottori nel vedere gli esami “dopo il
miracolo”.




Ieri pomeriggio, inoltre, Floribeth ha raccontato ai giornalisti la
sua commossa testimonianza in un briefing nell’atrio dell’Aula Paolo
VI, a cui ha preso parte anche suor Adele Labianca che assistette la
consorella Caterina Capitani, guarita per intercessione di Giovanni
XXIII. Di seguito l’intervista alla “miracolata” di Giovanni Paolo II.


***


Come reagì quando i medici le dissero che aveva un aneurisma
alla base del cervello che la avrebbe portata alla morte in meno di un
mese?



Floribeth Mora: Quando mi dissero la diagnosi rimasi sorpresa perché
non me lo aspettavo per nulla, mi sono sempre considerata una persona
sana. In ospedale sono andato migliaia di volte giusto per partorire i
miei quattro figli. Il peggio però è stato nei giorni dopo, quando mi
dissero che avevo un mese di vita. Quello fu il momento più drammatico…


Addirittura i medici le dissero di tornare a casa perché non c’era più nulla da fare…


Floribeth Mora: Si, fu incredibile, mai mi sarei aspettata una
notizia così forte. Tuttavia sono rimasta aggrappata alla mando di Dio.
Chiedevo al Signore che mi desse la forza, perché avevo tanta tanta
paura, ma Gli dicevo anche che ero disposta a fare la Sua volontà e non
la mia.


E ha poi chiesto l’intercessione di Giovanni Paolo II…


Floribeth Mora: Nonostante non fosse stato ancora beatificato, ho
sempre pensato che Giovanni Paolo II fosse un santo, già da quando era
in vita lo consideravo una persona speciale, non solo adesso che viene
canonizzato.


Perché si rivolse a Giovanni Paolo II e non ad un altro Santo?


Floribeth Mora: Io ho sempre ammirato Padre Pio da Pietrelcina e
creduto nella sua intercessione, però con Wojtyla era diverso… Fu il
primo Papa che venne in Costa Rica e colpì tutti noi. All’epoca avevo 19
anni. Lo vidi passare per strada ed ebbi poi la possibilità di
partecipare alla Messa che celebrò a La Sabana, dove c’erano parecchi
giovani. E anche se l’ho visto solo da lontano l’ho sempre sentito
vicino.

Quando ha capito di aver ricevuto il miracolo?

Floribeth Mora: Quando sentii una voce nella mia stanza che mi disse:
“Alzati!”, e poi ancora: “Alzati, non avere paura!”. Avevo lì vicino
una rivista con in copertina una foto di Giovanni Paolo II con le mani
alzate come se mi sollevassero; allora mi alzai con calma, senza paura,
senza dolore, con una pace incredibile e la consapevolezza che ero
guarita. Da quel giorno sto in piedi per gloria di Dio.


In che lingua le parlò questa "voce"?


Floribeth Mora: In spagnolo, era la sua voce forte, non ebbi il
minimo dubbio, e tuttora non ho mai dubitato di quello che ho ascoltato,
sono sicurissima: era Giovanni Paolo II che mi parlava.


Quanti esami medici affrontò prima? Consultò anche medici di altri paesi?


Floribeth Mora: In altri paesi no, perché non avevamo i mezzi
economici sufficienti. Fui comunque visitata da vari neurologi del Costa
Rica. Per prima cosa mi fecero una TAC, poi una risonanza magnetica e
la artereografía.


L’aneurisma è stato riscontrato nell’artereografia o in altri esami?


Floribeth Mora: In tutti gli esami si vedeva l’aneurisma. Da parte
mia ero sicura di una cura immediata, nonostante non avessimo tanti
soldi che lo garantissero. La cura, però, la vidi soltanto sei mesi dopo
quando mi fecero la risonanza magnetica. Ho chiaramente impressa nella
mia mente l’espressione del medico che correva da una parte all’altra
per controllare se gli esami fossero corretti. Non riusciva a credere a
questi ultimi esami, consultava ogni angolo dell’archivio, perché diceva
che una donna con un problema cerebrale come il mio non poteva stare
così bene. Io gli rispondevo: “Sì, sono sana, sono guarita per
intercessione di Giovanni Paolo II”. E gli esami medici perché provavano
quello che io dicevo.


Poi cosa successe?


Floribeth Mora: Dopo mi visitarono diversi neurologi del Costa Rica
ed esperti del settore. Rimanevano sempre tutti sbalorditi. Risi molto
quando alcuni mi dissero  addirittura: “Signora, ma a lei chi ha detto
che aveva un aneurisma?”. In seguito, fui ricoverata qui a Roma, nel
Policlinico Gemelli, nell’ottobre 2012. Anche lì mi visitarono tanti
medici, neurologi, e mi fecero sempre gli stessi esami: risonanza
magnetica, artereografia e via dicendo.


E ora non ha nessuna traccia, nessuna cicatrice?


Floribeth Mora: Questa è la cosa più importante, non c’era traccia in
nessun esame che indicava che in qualche momento avevo avuto un
aneurisma. Tantomeno ho avuto conseguenze sul mio fisico, né subii danni
o una paraplegia al lato sinistro come avevano predetto i dottori.



Da Zenit.it

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