venerdì 22 novembre 2013

IL CARD.VAN THUAN HA PRESO ISPIRAZIONE DA S.TERESA DEL BAMBINO GESU' NEL VIVERE LA SUA PRIGIONIA

"Vi racconto la mia esperienza. Quando ero giovane, ciò che aveva detto santa Teresa del Bambino Gesù sul momento presente, mi aveva colpito molto ma la mia pratica non era ancora approfondita.
La sera dell'Assunzione del 1975, come vi ho già raccontato, fui arrestato nel palazzo della presidenza e mi portarono in una parrocchia vicino alle montagne, a quindici chilometri dal vescovado. Ero in macchina con due poliziotti; ci precedeva un carro armato e ci seguiva una vettura con dei soldati. Avevo con me solo l'abito talare, un po' di carte, un fazzoletto e il rosario. Mi resi conto che non avevo ormai alcuna possibilità di decisione e mi ricordai di un vescovo americano che fu prigioniero in Cina e che quando
fu rilasciato non poteva più camminare. Arrivato in America, fu intervistato e la prima cosa che disse fu di avere passato il suo tempo ad aspettare.
In carcere, tutti attendono ad ogni istante la liberazione, ma io mi sono detto, mentre mi stavano accompagnando che era un'illusione sperare di tornare a Roma e di fare un lavoro importante perché la cosa più probabile, nelle condizioni in cui mi trovavo, era che sopraggiungesse la morte.
Decisi quindi che avrei vissuto il momento presente e che lo avrei colmato di amore, ma non era facile mettere in pratica questa decisione.

Quando giunsi alla diocesi, vidi la polizia ovunque, tutto era stato bruciato e confiscato, non vi erano più Bibbie o testi spirituali e le suore, cacciate dai conventi, lavoravano nei campi. Ero tormentato da tale situazione, ma una notte mi fu suggerito di scrivere lettere, come fece san Paolo quando era prigioniero.
L'indomani, chiamai un bambino e gli chiesi di dire alla sua mamma di darmi dei blocchi di un vecchio calendario e di portarmelo la sera. Così cominciai a scrivere la notte, con la lampada a petrolio e con il tormento delle zanzare. La mattina consegnavo i fogli al bambino dicendogli che li desse alle sue sorelle per ricopiarli e conservarli.
Il 18 marzo, vigilia di san Giuseppe, fui arrestato di nuovo e messo in isolamento, ma quello che avevo scritto fu pubblicato mentre ero in prigione, senza che io lo sapessi. Il titolo di quel libro è "Il cammino della speranza".

 È vivendo il presente che si possono adempiere bene i doveri di ogni giorno. Se ciascuno lo facesse, nei differenti ruoli, tutto il mondo sarebbe trasfigurato. È vivendo il presente che le croci diventano sopportabili, è vivendo il presente che si possono cogliere le ispirazioni di Dio, gli impulsi della sua grazia, è vivendo il presente che possiamo costruire fruttuosamente la nostra santità. Diceva San Francesco di Sales che ogni attimo viene carico di un ordine e va a sprofondarsi nell'eternità per fissare ciò che ne abbiamo fatto.

L'uomo trova se stesso nel rapporto con Dio e tutta la sua felicità. Vivere il presente e lavorare a due. È molto saggio trascorrere il tempo che abbiamo seguendo perfettamente la volontà di Dio e per fare questo occorrono volontà, decisione, ma soprattutto una confidenza in Dio che può giungere fino all'eroismo. Se non posso fare nulla in una data circostanza o per una persona cara in pericolo o malata, posso però fare quello che si vuole da me in quel momento: studiare bene, pulire bene, pregare bene, accudire bene i miei bambini.
Vivendo bene il presente, avverrà come ha detto Paolo: Vivit in me Christus (Gal 2, 20) ed io posso tutto, tramite Lui. ...
Quando ero in prigione, pensavo ogni giorno alla santità e alla fine mi convinsi che non vi era altro che vivere bene il momento presente perché la nostra vita è composta da milioni di minuti.
Per fare una linea retta, bisogna fare migliaia di punti e se, facciamo bene ogni punto, essa diventa una bella linea retta. La nostra vita è formata da milioni di minuti; se viviamo bene ogni minuto, abbiamo una vita santa. Non si può essere santi con intervalli, non si può vivere respirando ad intervalli perché bisogna respirare sempre.

Per concludere, voglio richiamare le parole di Teresa del Bambino Gesù e di Teresa di Calcutta.
Santa Teresa del Bambino Gesù ha detto: "Non ho occhi che per amare". Ha scritto anche di profittare del nostro unico momento di sofferenza e di badare
solo all'attimo che passa perché un attimo è un tesoro e, per amare Dio sulla terra, non vi è altro che l'oggi (Santa Teresa di Lisieux, seconda lettera a Giovanna e Maria Guérin. ).
Lo stesso, dice santa Teresa, è anche per la sofferenza che di minuto in minuto si può sopportare perché si avverte solo la sofferenza del momento mentre se si pensa al passato e all'avvenire si perde il coraggio. Soffrire solo nell'attimo presente non è troppo gravoso.
Madre Teresa di Calcutta mi scrisse una lettera dicendomi, tra l'altro, che non è il numero delle nostre attività che è importante ma l'intensità di amore che mettiamo in ciascuna azione.

Sia lodato Gesù Cristo!"                  CARD.VAN THUAN

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