venerdì 15 febbraio 2013

L'HOBBIT E LA NOSTRA SCUOLA DI CRISTIANESIMO NEL MEC....UN VIAGGIO NEL VANGELO,UN VIAGGIO NELLA VITA...


DEDICO AL GRUPPETTO  QUESTO VIDEO CON L'INTRODUZIONE MUSICALE 
AL FILM:THE HOBBIT,UN VIAGGIO INASPETTATO 
Tratto dal romanzo Lo Hobbit o La Riconquista del Tesoro di J.R.R. Tolkien, il film racconta le avventure di Bilbo Baggins, un hobbit che viene convinto dallo stregone Gandalf a intraprendere un viaggio assieme a un gruppo di nani che ha come obiettivo la riconquista di un tesoro e della Montagna Solitaria, nella quale sta rintanato il terribile drago Smaug. Durante il viaggio il povero Bilbo ne vedrà delle belle, e troverà anche un piccolo Anello...

Un interessante articolo di Luigi Accattoli ci dice quello che Gianni ci ricordava nella nostra scuola di Cristianesimo...Il viaggio di Bilbo e il nostro Viaggio nella Vita...Un viaggio alla ricerca di un tesoro e  un ritorno,  con un regalo  inaspettato...e in compagnia...Walter 


"Mi appassiona il fascino che Tolkien esercita sui nostri ragazzi secolarizzati. Ne ho parlato la volta scorsa e ci torno, riferendo qualcosa dello scambio che in materia ho intrecciato con i miei figli.
Il cristianesimo di Tolkien attrae perché parla il linguaggio del mito. Fosse esplicito, ci fossero dentro l’arcangelo Michele e le tentazioni di Cristo, il mondo l’avrebbe rifiutato, come rifiuta la citazione del cristianesimo nella Costituzione europea.
Ma l’arcangelo e la tentazione ci sono, nel Signore degli anelli. Solo che non si vedono, o meglio: non hanno questi nomi. E c’è l’ora delle tenebre e vi sono allusioni al pane degli angeli e la regina degli elfi silvani Galadriel ricorda la Vergine Maria.
Tanti che si appassionano alla mitologia di Tolkien, non sanno che essa è cristiana nel profondo. E che lui, Tolkien, ne era consapevole........
Ecco come ne parla in una lettera: “Il Signore degli Anelli è fondamentalmente un’opera religiosa e cattolica; all’inizio non ne ero consapevole, lo sono diventato durante la correzione. Questo spiega perché non ho inserito, anzi ho tagliato, praticamente qualsiasi allusione a cose tipo la ‘religione’, oppure culti e pratiche, nel mio mondo immaginario. Perché l’elemento religioso è radicato nella storia e nel simbolismo (…) Io consciamente ho programmato molto poco; e dovrei essere sommamente grato per essere stato allevato (da quando avevo otto anni) in una fede che mi ha nutrito e mi ha insegnato tutto quel poco che so” (dal volume La realtà in trasparenza, Bompiani 1998, lettera 142).
Dicevo che Il Signore degli anelli è ricco di segni che rimandano al mondo biblico.
Gandalf lo stregone è qualcosa come “l’equivalente degli angeli” (lettera 131).
Il lembas – il pane di via degli elfi – ricorda l’Eucarestia, perché “nutre la volontà” ed è più efficace quando si è digiuni (lettere 210 e 213)
Aragorn morente che (nell’appendice al Ritorno del re) dice ad Arwen “ora dormirò”, Tolkien stesso lo paragona alla “dormizione” della Vergine (lettera 212).

Nell’universo tolkieniano viene continuamente richiamato “quello strano elemento del mondo che noi chiamiamo pietà o compassione, che è un requisito indispensabile nel giudizio morale, dato che è presente nella natura divina” (lettera 246).
Ma anche questa confessione sul “vero nocciolo della storia” rimanda al cristianesimo: “Il racconto non tratta in realtà del potere e del dominio: due cose che si limitano ad avviare gli avvenimenti; tratta della morte e del desiderio di immortalità. Che è come dire che il racconto è stato scritto da un uomo” (lettera 203 e 186).
La volta scorsa ho segnalato, con citazioni dalle lettere di Tolkien, la dinamica cristiana dello scioglimento finale: Frodo è sconfitto (cioè cede alla tentazione di tenere per sé l’anello), ma si salva perché in precedenza aveva avuto pietà di Gollum. Con lo stesso procedimento si possono evidenziare altri elementi cristiani della sua storia: il ruolo decisivo che in essa hanno gli umili e la similitudine tra la tentazione messianica di Cristo e la tentazione dell’anello.
Le grandi imprese le compiono i piccoli
Con la stessa intuizione cristiana del Manzoni, Tolkien fa degli umili il perno della sua storia, che è “programmata come hobbit-centrica, cioè, fondamentalmente, come uno studio della nobilitazione – o santificazione – degli umili” (lettera 181).
Gli hobbit costituiscono la più umile tra tutte le stirpi dotate di parola, che abitano la Terra di mezzo. Sono detti anche “i piccoletti, i mezziuomini”, perché “anche i più alti tra loro erano più piccoli dei nani” e sempre “erano stati tenuti in scarso conto da elfi e uomini” (Il Silmarillion, Bompiani 2000, p.382).
“Conserva nel cuore la tua hobbitudine”
Allevando i figli e leggendo Tolkien, io sono giunto alla stessa conclusione. Quando vedo i miei ragazzi che, uno dopo l’altro, partono per imprese ogni anno più grandi, io mormoro tra me le parole che Tolkien scriveva al figlio Christopher, impegnato in guerra come aviatore: “Conserva nel cuore la tua hobbitudine” (lettera 66).
Credo davvero di essermi convinto che “i grandi avvenimenti della storia del mondo spesso non sono determinati dai signori e dai governatori, e nemmeno dalla divinità, ma da esseri apparentemente sconosciuti e deboli” (lettera 131). Vedo la più grande risorsa dell’umanità nel fatto che “la vita di tutti i giorni, sia pur calpestata dai grandi avvenimenti e dalla politica mondiale, risorge sempre mai doma” (ivi).
Quando si andava in trattoria, i miei hobbit impazzivano per gli antipasti, mentre io li odiavo e ne veniva turbolenza. Oggi non più: grazie a Tolkien, loro si godono gli antipasti e io lo spettacolo del loro giovane appetito...........
Quando gli dici che l’intenzione di Tolkien è cristiana, i nostri ragazzi si incuriosiscono e invece di abbandonare il mito dell’autore amato, prendono a interessarsi al mito cristiano.
Invito i renitenti ad avventurarsi nella lettura di Tolkien. Chi è interessato a intendere qualcosa dei nostri figli, trova lì lo specchio che più li attrae. Gettandovi l’occhio scoprirà che ad attirarli sono elementi del credo cristiano che le chiese quasi hanno taciuto, proprio a partire dagli anni centrali del secolo scorso, quando il grande affabulatore pubblicava i tre volumi della sua storia. Forse tornando a un annuncio intero, i Vangeli potrebbero riacquistare un significato intero per la generazione a venire."

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