lunedì 27 agosto 2012

Noi con Magdeleine Delbrel....

 Noi,gente della strada...Noi amici di Gesù...Noi,gruppetto..

….”C'è gente che Dio prende e mette da parte. Ma ce n'è altra che egli lascia nella moltitudine, che non «ritira dal mondo». E' gente che fa un lavoro ordinario, che ha una famiglia ordinaria o che vive un'ordinaria vita da celibe. Gente che ha malattie ordinarie, e lutti ordinari. Gente che ha una casa ordinaria, e vestiti ordinari. E' la gente della vita ordinaria. Gente che s'incontra in una qualsiasi strada. Costoro amano il loro uscio che si apre sulla via, come i loro fratelli invisibili al mondo amano la porta che si è rinchiusa definitivamente sopra di essi.
Noialtri, gente della strada, crediamo con tutte le nostre forze che questa strada, che questo mondo dove Dio ci ha messi è per noi il luogo della nostra santità.
Noi crediamo che niente di necessario ci manca. Perché se questo necessario ci mancasse Dio ce lo avrebbe già dato.
I monasteri appaiono come i luoghi della lode e come i luoghi del silenzio necessario alla lode. Nella strada, stretti dalla folla, noi disponiamo le nostre anime come altrettante cavità di silenzio dove la Parola di Dio può riposare e risuonare.
A noi gente della strada sembra che la solitudine non sia l'assenza del mondo ma la presenza di Dio. E' l'incontrarlo dovunque che fa la nostra solitudine. Essere veramente soli è, per noi, partecipare alla solitudine di Dio. Egli è così grande che non lascia posto a nessun altro, se non in lui. Il mondo intero è come un faccia a faccia con lui dal quale non possiamo evadere.....
Noialtri, gente della strada, sappiamo benissimo che sino a quando la nostra volontà sarà viva non potremo amare davvero il Cristo.
Dio non affida nulla al caso; le pulsazioni della nostra vita sono sconfinate, perché egli le ha volute tutte. Ci afferrano dall'attimo del risveglio. Il trillo del telefono. La chiave che gira male nella toppa. L'autobus che non arriva, che è zeppo, o che se ne va senza aspettarci. Il nostro vicino di sedile che occupa tutto il posto, il vetro che vibra fino a stordirci. E', ancora, l'ingranaggio della giornata: una pratica che ne chiama un'altra, un certo lavoro che non abbiamo scelto.
E' il tempo con le sue variazioni raffinate perché assolutamente pure da ogni volontà umana. E' l'avere freddo o avere caldo, l'emicrania o il mal di denti. La gente che si incontra. e conversazioni che i nostri interlocutori scelgono. Il signore maleducato che ci urta sul marciapiede. Le persone che hanno voglia di perdere tempo e che ci acchiappano.
Quando ci saremo abituati a consegnare la nostra volontà all'arbitrio di tante piccole cose, non troveremo più difficile, all'occasione, fare la volontà del nostro caposervizio, di nostro marito, dei nostri genitori.
Allora possiamo sperare che ci sia facile anche la morte. Non sarà una cosa grande, ma una successione di piccole sofferenze ordinarie accettate una dopo l'altra.....
I nostri passi oggi camminano in una strada, ma il nostro cuore batte nel mondo intero. E' per questo che i nostri piccoli atti, nei quali non sappiamo distinguere fra azione e preghiera, uniscono così perfettamente l'amore di Dio e l'amore dei nostri fratelli.
Il fatto di abbandonarci alla volontà di Dio ci consegna nello stesso istante alla Chiesa che da questa volontà medesima è resa costantemente salvatrice e madre di grazia. Ciascun atto docile ci fa ricevere pienamente Dio e dare pienamente Dio in una grande libertà di spirito.
Allora la vita è una festa. Ogni piccola azione è un avvenimento immenso nel quale ci viene dato il paradiso, nel quale possiamo dare il paradiso.
Non importa che cosa dobbiamo fare: tenere in mano una scopa o una penna stilografica. Parlare o tacere, rammendare o fare una conferenza, curare un malato o battere a macchina. Tutto ciò non è che la scorza della realtà splendida, l'incontro dell'anima con Dio rinnovata ad ogni minuto, che ad ogni minuto si accresce in grazia, sempre più bella per il suo Dio. Suonano? Presto, andiamo ad aprire: è Dio che viene ad amarci. Un'informazione? ...eccola: è Dio che viene ad amarci. E' l'ora di metterci a tavola? Andiamoci: è Dio che viene ad amarci.
LasciamoLo entrare e lasciamoLo fare. (Magdeleine Delbrel)
Magdeleine è a destra nella foto
"A vent'anni fui letteralmente "abbagliata da Dio" -  ciò che avevo trovato in Lui non l'avevo trovato in nient'altro".
Un testimone al processo di beatificazione (iniziato a Roma nel 1995) riferì che "quando pregava, Magdeleine se ne stava per ore in ginocchio davanti all'Eucaristia". Per un breve periodo la giovane pensò di entrare tra le Carmelitane, ma per motivi gravi (la cecità del padre) dovette rinunciarvi.Il suo direttore spirituale chiese allora a lei e ad altre giovani di vivere in comunità: nel celibato, nella preghiera, nel lavoro e nella testimonianza del Vangelo, ad Ivry, cittadina operaia e marxista alla periferia di Parigi. Magdeleine scorse in questa chiamata un segno. Una vita di preghiera vissuta in un agglomerato urbano doveva essere possibile!

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