mercoledì 2 maggio 2012

Seconda Meditazione di Padre Antonio Sicari....sottolineature

COSA CI IMPEDISCE DI AMARE E DI CAPIRE LA TRINITA'?


APPUNTI NON RIVISTI DAL RELATORE

Canto d’introduzione “Cercati in me” di Giuni Russo ascoltatela su You Tube è necessario!
 
Anima fosti dal nulla
e per amore creata
se ti perdessi o mia colomba amata
ti scoprirai dipinta
impressa sul mio petto
dai tratti così viva che posso contemplarti

cercati, cercati in me
che ti potrai scoprire
in me cerca te
in te cerca me
ti scoprirai dipinta smarrita nel mio amore
cercati in me ed io ci sarò.

Se non sapessi dove
Tu mi potrai cercare
Non affannarti è inutile vagare
Tempio dove io dimoro
Pace e ristoro ritrovo
Chiamami ovunque sei e ci sarò, verrò

Cercami, cercami in te
Al centro del tuo cuore
In me cerca te
In te cerca me
Se non sapessi dove se mi vorrai trovare
Dentro il tuo stesso cuore, io sarò

Cercati in me
Cercati in me

Se la prima meditazione ha curato di far convergere nella bellezza della vita di Dio, che ancora possiamo intuire, ora non possiamo dimenticare che siamo afflitti da una malattia: il peccato.
L’immagine che possiamo usare è quella di uno specchio.
Quando è intero noi vediamo la bellezza tutta intera, ma se lo frantumiamo, possiamo specchiarci comunque nei vari pezzetti, perché lo specchio riflette, ma notiamo molte imperfezioni e l’immagine è frammentata e non puoi più vedere la bellezza originaria, la bellezza iniziale.
Se Dio, ha fatto l’uomo a Sua immagine, poi l’uomo ha fatto qualcosa, il peccato, questa immagine si è frantumata. E’ Gesù che è venuto a rivelare l’uomo all’uomo.
Se usiamo parole grandi come Persona, Rapporto, Dio, sappiamo veramente il vero significato?
Le parole del canto di Giuni Russo, sono parole di Santa Teresa D’Avila, tu non sai chi sei ti devi cercare in Dio e devi cercare Dio in te stesso. Questa è la vita. se osserviamo come è stato allestito il palco (sul palco, dietro il tavolo, come plastici c’erano dei pannelli disposti in modo sparso rappresentavano dei triangoli in cui la punta era conficcata all’interno del pavimento ed una scritta tra i vari parallelepipedi con la dicitura “mio Dio Trinità che adoro” con lo sfondo di una grata che rappresenta i cancelli di un monastero) i triangoli rappresentano le tre punte della Trinità, la Trinità è con noi immersa nella nostra vita.
Cosa ci impedisce allora di amare davvero? C’è un lavoro da fare.
La Trinità consiste nel dono di se, Persone che si Amano.
La mia persona è vera solo quando è relazione di dono. Quanta fatica….. quante paure in noi, quanta attenzione affinché l’altro non si approfitti di noi, capiamo questo dramma ma non possiamo togliere la speranza e il gusto della bellezza.
La persona è dono, è unica ed è fatta per la comunione eppure questa dottrina è stata rinnegata

“La dottrina trinitaria è svalutata e considerata irrilevante per la prassi: “Nel suo senso letterale la dottrina trinitaria, quand’anche si credesse di comprenderla, è sotto il profilo pratico del tutto inutile, e le cose vanno peggio se ci si rende conto che essa supera del tutto i nostri concetti. Che nella divinità si debbano venerare tre o dieci persone, il discepolo lo accetterà con la medsima leggerezza dato che non riesce a farsi alcuna idea di un Dio in più persone, ma ancor più perché da questa pluralità non può dedurre regole diverse per la sua condotta” Kant
Anche Marx definisce come il nulla l’esistenza di Dio.

E’ facile deridere la Trinità, trattare la Sua esistenza con sufficienza.
Solo l’Amore può capire la Trinità, non un’anima e una mente fredda, solitaria e arrabbiata.

Il primo peccato, il primo male, è tutto ciò che, o per colpa nostra, o per situazioni ed eventi che accadono intorno a noi, ci porta a pensare e a percepire che la nostra esistenza sia inutile e incapace di rapporti, magari li desideriamo, ma non ci sentiamo in grado di viverli.
“Superfluo come lui non c’era nessuno”
La cosa più terribile che può accadere è, ferire il mondo, la Trinità, il cuore considerando l’essere umano “superfluo”, non c’è parola meno degna per definire la persona umana.
La prima cosa da coltivare è la lotta contro il male: “io non sono superfluo”, “tu non sei superfluo”, nessuno è superfluo.
Considerare l’uomo superfluo è il primo peccato verso la Trinità in cui le tre Persone sono tutto l’uno per l’altro.
La parola superfluo significa qualcosa che scorre, qualcosa che non resta, qualcosa di inutile.

Il secondo male, la malattia che colpisce l’uomo in ciò che c’è di più bello e inscritto nella natura dell’uomo è l’indifferenza.
 Io sono fatto per un altro con cui devo fare famiglia, casa,…. l’altro è a me destinato
La malattia è dire “non mi importa più niente”, essere infinitamente lontani persino se si vive insieme, persino se si lavora insieme.

Noi cristiani, prima di parlare della Trinità, dobbiamo fermarci e provare dolore dei peccati, non possiamo nasconderci dietro la frase “siamo fatti così” in questo modo cadremmo nel mare in cui la Trinità non esiste, in cui le relazioni non sono onorate e ci abituiamo a vedere un mondo in cui i rapporti si disonorano.
Viviamo nella malattia che ci porta a non credere più che Dio è Amore, che la vita è vocazione e non curiamo più quella bellezza originaria.
Non possiamo essere indifferenti a tutte le relazioni negate, sono un problema Trinitario.
La malattia del peccato, non è la normalità. L’ideale e la verità sta nella guarigione.
Dobbiamo vivere senza meravigliarci dei nostri limiti, ma davanti ai nostri limiti dobbiamo gridarci la bellezza, la verità, il sogno del ritrovare la dignità dell’uomo.

Se Dio ha fatto l’uomo a sua immagine e somiglianza, è Gesù che rivela l’uomo all’uomo, è in Cristo che ritroviamo la bellezza originaria è in Lui che dobbiamo tuffarci.

Grazie..Cinzia!

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