martedì 1 maggio 2012

Prima Meditazione di P. Antonio Sicari .... mie sottolineature

LA BELLEZZA DEL NOSTRO DIO CHE E' LA TRINITA'

APPUNTI NON RIVISTI DAL RELATORE

ESERCIZI SPIRITUALI LIGNANO 2012-05-02
“O MIO DIO TRINITA’ CHE ADORO”
Inizia la prima meditazione con un canto: la preghiera di Dante alla Vergine

Vergine madre, figlia del tuo Figlio,
Umile ed alta più che creatura,
Termine fisso d’eterno consiglio.
Tu se’ colei che l’umana natura
Nobilitasti sì, che il suo Fattore
Non disdegnò di farsi sua fattura.
Nel ventre tuo si raccese l’amore
Per lo cui caldo nell’eterna pace
Così è germinato questo fiore.
Qui se’ a noi meridïana face
Di caritate; e giuso, intra i mortali,
Se’ di speranza fontana vivace.
Donna, se’ tanto grande e tanto vali,
Che, qual vuol grazia e a te non ricorre,
Sua disïanza vuol volar senz’ali.
La tua benignità non pur soccorre
A chi domanda, ma molte fiate
Liberamente al domandar precorre.
In te misericordia, in te pietate,
In te magnificenza, in te s’aduna
Quantunque in creatura è di bontate!
Questo canto è una delle più belle preghiere scritte nella letteratura ed è stata scelta per cogliere il mondo e la creazione nel punto in cui tutto il Creatore si e piegato su una creatura umana, questa creatura è Maria, il luogo della dimora è il Grembo.
E’ l’immagine della Trinità chinata e preoccupata che si dona alla sua creatura, è l’immagine della Santa Vergine, della Chiesa, di noi. E’ l’immagine del Mistero della nostra fede.
La parola Mistero non deve assumere quel significato di oscuro o di difficile, quanto piuttosto di infinitamente bello, infinitamente profondo, infinitamente grande.
Ripensiamo all’episodio di ieri sera,                                                                                                     (la sera precedente, Padre Antonio, iniziando con la Santa Messa gli esercizi, nell’omelia, ha rievocato l’episodio di sant’Agostino quando passeggiando sul mare e pensando al mistero Trinitario, incontra un bambino che ha scavato una buca nella sabbia dentro la quale voleva mettere tutto il mare, Sant’Agostino disse al bambino che era impossibile mettere il mare nella buca ed il bambino gli rispose che era impossibile anche mettere il mistero della grandezza della Trinità nella sua testa…….. Padre Antonio ci ha richiamati a vedere l’episodio non con l’amarezza di non capire il Mistero Trinitario quanto all’accoglierlo: così come l’acqua del mare messa nella buca ritorna al mare, così anche noi riceviamo dentro di noi la bellezza del mistero trinitario che ritorna poi all’Origine.)
L’immagine del bambino che gioca con la buca della sabbia e il mare, è un’immagine giocosa, il bambino ha diritto di giocare, ha bisogno di perdersi davanti all’infinità del mare, così ogni uomo ha bisogno di perdersi e di commuoversi davanti alla bellezza del nostro Dio Trinità.
Un grande teologo diceva: “La Trinità di Dio è il mistero della Sua bellezza, negarla significa avere un Dio senza bellezza e senza humour”.
Quando recitiamo il Padre Nostro, noi diciamo “sia santificato il Tuo nome”, cosa significa santificare? Chi deve santificare Dio? I santi, gli angeli… tutti! Tutti dobbiamo santificare Dio e santificare, significa essere felici del Nostro Dio, contenti.
Felici per il Dono, felici per il Mistero che si è aperto nel nostro cuore, solo così potremo partecipare alla conversione del mondo, non sono solo le nostre opere, le nostre parole, ma la Gioia per la maniera in cui Dio ha manifestato se stesso a noi creature.

Come facciamo ad avvicinarci al Mistero della Trinità?
Dio ha fatto l’uomo a Sua immagine, leggiamo la Genesi, creò l’uomo e la donna con il dono della fecondità nella sua completezza. Partiamo da questa realtà, è vero che siamo anche peccatori è vero che non ci conosciamo fino in fondo, sant’Agostino diceva “io sono mistero di me stesso”,  ma noi dobbiamo aprirci al mistero di Dio guardando come siamo fatti.
Dio ci ha creati unici irripetibili e dentro ognuno di noi c’è un qualcosa di Divino.
“Dio non fa mai due volte la stessa cosa, il non ripetersi è l’eternità del singolo” è una citazione che appare difficile da capire ma, il fatto di essere unici nella storia, nel mondo ci dice che non possiamo essere sostituiti che non possiamo mancare.
Dentro di noi c’è una scintilla divina, un qualcosa di irripetibile che mai nella storia si può ripetere, se tu non fossi stato unico non ci sarebbe stato il bisogno di te. non puoi essere sdoppiato.
Se non custodissimo nel cuore la verità di essere unici al mondo, la verità che Dio non ci confonde con la massa, che Dio ha gli occhi su ognuno di noi, non solo per giudicare, come si diceva un tempo “guarda che Dio ti vede” ma, perché se non ci sei Dio ne sente al mancanza, se tutte le nostre riflessioni non danno questa certezza, saremmo malati di insignificanza.
Una persona malata di insignificanza, sarebbe privata di tutte le energie, di tutte le forze, di tutte le motivazioni….. “io che ci sto a fare al mondo…….. un malato terminale che ci sta a fare al mondo……SEI UNICO ed anche se è doloroso, la tua presenza serve è necessaria fino all’ultimo istante, perché Dio mi ha voluto, mi ha pensato, mi ha fatto nascere, qui e ora!
L’unicità dell’essere umano che è se stesso si dal concepimento e non ha bisogno di niente per essere se stesso.
Questo essere umano è unico e irripetibile da tutti i punti di vista e ha bisogno di un Altro. Gli occhi hanno bisogno di vedere una persona simile o diversa (Adamo ed Eva), le mani hanno bisogno di toccare l’altro, le orecchie hanno bisogno di sentire l’altro….. tutti i sensi ci dicono che abbiamo bisogno di percepire l’altro, lo sguardo l’udito, il tatto, il gusto, sono le porte del tuo essere e ti dicono che hai bisogno di un altro che ti fa vibrare. La voce dell’innamorato ti fa vibrare l’anima. Tutto in te ti dice che ha bisogno e che sei fatto per l’altro.
Pensando ancora all’unicità, proviamo a pensare al volto, stessi tratti, pochi elementi ma tutti diversi, come è possibile? per far venire al mondo miliardi di volti tutti diversi c’è bisogno di anime. Detto questo, tutto dice che siamo fatti per la relazione per la comunicazione per l’Amore.
 La forza che abbiamo dentro di relazione permette a dei corpi non formato di comunicare in modo sorprendente, avete forse letto che una piccola bambina ha vinto il premio di bella calligrafia, ciò che rende particolare questo fatto è che la bambina non ha mani. Oppure la storia di una ballerina che danza in modo sinuoso e non ha braccia.
Il bisogno di comunicare, porta all’anima la forza di trovare il modo per farlo anche quando i mezzi primari non ci sono.
Papa Benedetto XVI° ha scritto che “solo l’Amore ci rende felici perché viviamo la relazione dell’amare e dell’essere amati”.
L’uomo è
Unico
Ha bisogno d’amare
Ha bisogno di incontro
Di relazione
Di amicizia
D’amore
Certo si può amare in  tanti modi….
Cosa accade appena si scatena l’amore? Viviamo il dono dell’Eucarestia o della Comunione
L’amore porta al desiderio di dare e donare e più dai, più soffri perché il dono è solo un segno. L’amore porta a donarsi totalmente, il dono diventa la stessa persona che si dona.
Ma anche quando si sperimenta il donarsi totalmente (e stiamo parlando del rapporto tra marito e moglie: il fare l’amore) si sente ancora la lontananza dell’amato, c’è sempre qualcosa che non puoi donare. Ed anche quando l’amore diventa concreto e toccabile (il figlio) ci si accorge che sfugge, cresce e se ne va.
Questo mistero dell’amore umano da struggimento, consuma e allo stesso tempo dona gioia e riempie di domande, di attese, di paure, perché l’amore è l’unica cosa data liberamente e c’è in gioco la libertà dell’ uno e dell’altro nel rapporto.
E sappiamo bene anche quando in amore c’è tanta superficialità, banalità, permettetemi il termine: sporcizia.
Ma anche quando c’è la più bella ricchezza e bellezza sembra che l’amore sia incompiuto.
Prendete canzoni d’amore, poesie e leggetele, non come se fosse un episodio, ma come se fosse la sostanza e la realtà che si percepisce:


Mangi il pane e non ti tieni in piedi,
bevi l’acqua e non ti disseti,
tocchi le cose e non le senti al tatto,
annusi il fiore e il suo profumo non arriva alla tua anima.
Se però l’amato è accanto a te, tutto improvvisamente risorge,
e la vita ti inonda con tale forza che ritieni il vaso d’argilla della tua esistenza incapace a sostenerla.
(Christos Yannaras in Variazioni sul Cantico dei Cantici)

Poesie di Jacque Prevert (non ho trovato quella citata da P. Antonio diceva più o meno “che cosa sarebbe il mondo se tu non fossi mai nata, sarebbe come una cometa caduta……..  e senza la tua presenza, che ne sarebbe dell’universo”


“Nel fumo"
 di Eugenio Montale
Quante volte t’ho atteso alla stazione
nel freddo, nella nebbia. Passeggiavo
tossicchiando, comprando giornali innominabili,
fumando Giuba poi soppresse dal ministro
dei tabacchi, il balordo!
Forse un treno sbagliato, un doppione oppure una
sottrazione. Scrutavo le carriole
dei facchini se mai ci fosse dentro
il tuo bagaglio, e tu dietro, in ritardo.
Poi apparivi, ultima. E’ un ricordo
tra tanti altri. Nel sogno mi perseguita.
Eugenio Montale

Il dramma del dono: ci è stato donato il dono di avvicinarci al mondo di Dio e poi ci sfugge ci si trova lontani…..
Io cristiano, devo partire da un sussulto di gioia partendo dal mio amore e l’Amore di Dio.
Dio ci dice: “sai perché il tuo cuore è fatto così? perché l’ho fatto Io”

Vuoi capire come fare a tornare a Dio? Non puoi capire Dio, ma può accadere che Lui ti dica vengo Io da te, così Gesù è venuto a spiegarci come siamo fatti e a rendere il nostro amore una cosa splendida.

  •  Søren Kierkegaard (da Discorsi edificanti, pp. 81-82)
  • "Cos'è che rende un uomo grande, ammirato dal creato, gradevole agli occhi di Dio? Cos'è che rende un uomo forte, più forte del mondo intero; cos'è che lo rende debole, più debole di un bambino? Cos'è che rende un uomo saldo, più saldo della roccia; cos'è che lo rende molle, più molle della cera? È l'amore! Cos'è che è più vecchio di tutto? È l'amore. Cos'è che sopravvive a tutto? È l'amore. Cos'è che non può essere tolto, ma toglie lui stesso tutto? È l'amore. Cos'è che non può essere dato, ma dà lui stesso tutto? È l'amore. Cos'è che sussiste, quando tutto frana? È l'amore. Cos'è che consola, quando ogni consolazione viene meno? È l'amore. Cos'è che dura, quando tutto subisce una trasformazione? È l'amore. Cos'è che rimane, quando viene abolito l'imperfetto? È l'amore. Cos'è che testimonia, quando tace la profezia? È l'amore. Cos'è che non scompare, quando cessa la visione? È l'amore. Cos'è che chiarisce, quando ha fine il discorso oscuro? È l'amore. Cos'è che dà benedizione all'abbondanza del dono? È l'amore. Cos'è che dà energia al discorso degli angeli? È l'amore. Cos'è che fa abbondante l'offerta della vedova? È l'amore. Cos'è che rende saggio il discorso del semplice? È l'amore. Cos'è che non muta mai, anche se tutto muta?
  •  È l'Amore, e Amore è solo quello che mai si muta in qualcos'altro."
Grazie,Cinzia!

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