domenica 20 marzo 2011

La Chiesa..la povertà...il MEC...

Da un intervista del 19 Marzo 2011 allo scrittore Vittorio Messori traggo lo spunto per meditare meglio e capire meglio la nostra Scuola di Cristianesimo e il nostro Movimento.   Valter

Vittorio,Mondo e Missione ha appena pubblicato i dati di una ricerca secondo la quale appena il 28% degli italiani dichiara di prender parte alla messa domenicale. Un’altra ricerca condotta dall’Università La Sapienza, attesta che solo al 77,46 % dei bambini nati in Italia nel 2004 è stato amministrato il battesimo contro l’89% del 1991. Non ti sembrano segnali preoccupanti che indicano l’avanzare della secolarizzazione in Italia?

Se pensiamo che prima il cardinal Ratzinger e poi Benedetto XVI ha spesso ripetuto che l’Italia è per lui una consolazione, perché qui la fede e l’istituzione ecclesiale hanno tenuto molto meglio che altrove…Se pensiamo a questo, abbiamo un’idea di come sia ridotto quell’ “altrove”… Eppure, come sai, questo tipo di statistiche non mi hai mai impressionato troppo. Innanzitutto, perché Dio solo sa che ci sia davvero nel cuore di coloro che, pur non essendo più “praticanti”, hanno un contatto con Lui magari maggiore del nostro. E poi, perché la Chiesa non è nostra, la Chiesa è di Cristo, è il suo Corpo stesso. Dunque, non prendiamoci troppo sul serio, elaborando piani e disegnando strategie per un recupero. Cerchiamo di fare il nostro dovere, sino in fondo e, per il resto, ci pensi Lui: a noi sarà chiesto conto dell’impegno, non dei risultati che, appunto, solo da Lui dipendono. Tu ed io, nella nostra miseria, ci diamo da fare, scriviamo libri e giornali di apologetica, facciamo conferenze, cerchiamo – come possiamo… - di vivere un poco da cristiani. Almeno nel senso di non cascare, se ci riesce, nei peccatacci peggiori. È il nostro dovere, è la nostra vocazione cui dobbiamo obbedire. Ma, come sappiamo, qualunque cosa facciamo bene, qualunque cosa diciamo benissimo, non arriveremo mai con le nostre forze a convincere alcuno della verità del Vangelo, se Lui non interviene. In questa prospettiva, è certo che dovremmo contare meno sull’attivismo e più sulla preghiera: forse (nel nostro caso) sarebbe meglio fare qualche articolo in meno e recitare qualche buon rosario in più... Sai, per rimediare a una crisi, a un calo dei consensi, a un rarefarsi dei voti, il Segretario di un partito può esortare i dirigenti a darsi da fare, a scendere tra la gente, a incrementare la propaganda. Ma, grazie a Dio, la Chiesa non è un partito. È un luogo dove la contemplazione di Maria vale di più del darsi da fare di Marta. E la Chiesa non è neppure una multinazionale economica che deve tenere a bada i concorrenti e incrementare il fatturato. La contabilità di questa nostra Comunità non è tenuta da nessun amministratore umano e non sappiamo quanto siano il passivo e l’attivo nei libri contabili del Cielo. In ogni caso, dobbiamo deciderci ad accettarlo: per quanto possiamo vedere, la cristianità, intesa come adesione di massa all’istituzione ecclesiale, è da tempo in disarmo. Ma questo, non mi stancherò di ripeterlo, puoi aiutarci a riscoprire la vocazione che il Signore stesso ha voluto per i suoi: sale, lievito, granello di senape, seme gettato nella terra. Insomma, le famose «piccole comunità attive e creative» di cui ha parlato il Papa e che, parola di Vangelo valgono di più e di meglio delle statistiche apparentemente trionfali di un tempo.


“Quando rischiamo di perdere la speranza…..è il momento in cui possiamo gettarci tra le braccia di Dio…
Quando rischiamo di perdere l’amore…. È il momento in cui scoprire nel proprio arido terreno la sorgente misteriosa dell’Amore stesso di Dio
Quando la nostra fede rischia di vacillare…è il momento di ricordare quanto è grande il bene che
possediamo….
Fede,speranza e carità sono ogni giorno i doni con cui lo Spirito rende la Sua Chiesa e ogni singola anima..povera di ogni umana sicurezza e ricca di ogni dono che viene dall’alto”
             Pag.99 del libro                  “Vi ho chiamato amici “ di Padre Antonio Sicari

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